Ivan il Terribile-La congiura dei Boiardi

TITOLO ORIGINALE

Ivan Groznyj: 1-ja serija i 2ja serija

REGIA

Sergej M. Ejzenstejn

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Sergej M. Ejzenstejn

FOTOGRAFIA

Eduard Tissè (interni), Andrej Moskvin (esterni) (bianconero-colore)

MUSICA

Sergej Prokof'ev

MONTAGGIO

Sergej M. Ejzenstejn

INTERPRETI

Nikolaj Cerkasov, Ludmilla Celikobskaja, Serafima Birman, Petr Kadnikov, Mikhail Narvanov

PRODUZIONE

COKS (Alma-Ata) /Mosfil'm

DURATA

95'+95'

ORIGINE

URSS, 1944-1946

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Cinquecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Ivan il Terribile. Incoronato zar nel 1547 e sposata Anastasija, Ivan IV deve fronteggiare l'ostilità dei nobili di corte (i Boiardi), guidati da sua zia Starickaja, che vorrebbe porre sul trono il figlio Vladimir. Ivan sconfigge i Tartari a Kazan e torna trionfalmente a Mosca, ma si ammala gravemente e questo induce i Boiardi a congiurare e ad avvelenare la zarina. Ivan giura di annientare i Boiardi e si ritira in un convento, dove affluisce il popolo di Mosca a manifestargli la sua fedeltà.

La congiura dei Boiardi. Tornato a Mosca nel 1563, Ivan si trova ancora insidiato dai Boiardi, che continuano a tramare contro di lui. Lo zar si appoggia alla sua guardia imperiale ed inizia ad epurare i Boiardi, che decidono di assassinarlo, ma al suo posto viene ucciso Vladimir, il figlio di Starickaja.

 

TRACCIA TEMATICA

La ricostruzione della storia della Russia medioevale si ricollega al presente secondo linee di significato complesse ed ambivalenti. Girato dopo la vittoria sovietica di Stalingrado nel pieno del conflitto contro la Germania nazista, Ivan il Terribile costituisce un appello all'unità nazionale e al consolidamento delle alleanze internazionali (Elisabetta I richiama all'alleanza con l'Inghilterra di Churchill) e una celebrazione del ruolo di Stalin come guida del popolo russo e dell'Armata Rossa, secondo l'equiparazione delle doti di condottiero e fondatore della nazione russa di Ivan con le qualità di comando e salvatore della nazione sovietica del capo supremo del partito e dello Stato (la processione finale dei moscoviti al convento dove si trova lo zar costituisce il suggello di questa esaltazione per interposta persona).

In La congiura dei Boiardi il riferimento a Stalin si carica di connotazioni più incerte: da una parte la repressione delle trame dei nobili di corte richiama alle epurazioni condotte dal dittatore sovietico (pensiamo in particolare alle tremende purghe degli anni Trenta) contro i membri del partito accusati di tradimento (e al conseguente clima di sospetto e paura che dominò la vita del paese), dall'altra la figura dell'autocrate Ivan appare stagliarsi su uno sfondo di cupa e amletica solitudine e il palazzo reale richiama l'idea di un luogo infido, dominato dalla cospirazione, dove intrighi e calcoli di potere si svolgono in un'abissale lontananza dal popolo.

Questa ambiguità (che si distaccava dall'enfasi adulatoria del culto della personalità di Stalin) venne colta dal Comitato Centrale del Partito Comunista dell'URSS che bloccò l'uscita della seconda parte sino al 1958 e cioè sino alla destalinizzazione e proibì ad Ejzenstejn la realizzazione della progettata terza parte (da girare interamente a colori) dedicata alle vittorie militari di Ivan sul Baltico.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Questo dittico storico rappresenta l'approdo finale dell'arte del grande regista russo nel confronto con la novità del sonoro. Nel film sembrano pervenire a maturazione e trasformazione alcuni degli elementi fondamentali del suo Cinema, come la struttura dialettica della narrazione e della dimensione morale e ideologica (trionfo-solitudine, determinazione-dubbio, individualità-masse, lealtà-infedeltà, vita-morte, realtà-rappresentazione, ottimismo-pessimismo), della costruzione dell'inquadratura all'interno della quale (e non più tramite il montaggio, come nell'Ejzenstejn dello sperimentalismo degli anni Venti) prevale l'elemento della contraddizione (sovrabbondanza scenica- essenzialità, primo piano-sfondo, luce-buio, interni-esterni) e della colonna sonora (parola-musica, monologo-polifonia).

Molteplici, poi, risultano gli influssi figurativi e scenografici: dalla pittura del Rinascimento (Michelangelo, Leonardo) all'arte bizantina (la ieratica frontalità del sovrano durante l'incoronazione), dal teatro giapponese Kabuki (le solenni e lente movenze degli attori e l'equilibrio della composizione scenica) al balletto tradizionale russo (il film nella parte finale si trasforma quasi in un musical), dalla teatralità scespiriana (il posizionamento degli attori e lo stile recitativo) al Cinema espressionista tedesco (l'insistita ricerca di un forte contrasto chiaroscurale, la gestione delle ombre sulle pareti e le linee e forme dei fondali del palazzo).

L'iniziale spinta alla rivoluzione del linguaggio cinematografico sembra essersi placata in questo tardo Ejzenstejn in una tensione verso la sintesi e il contemperamento di differenti suggestioni.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La Russia nel Cinquecento e la figura storica di Ivan IV.

B) La Russia di Stalin e i grandi processi degli anni Trenta.

C) Il conflitto tedesco-sovietico (1941-1945).

D) La destalinizzazione.