Piazza delle Cinque Lune
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
Renzo Martinelli |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Renzo Martinelli, Fabio Campus |
FOTOGRAFIA |
Blasco Giurato (colori) |
MUSICA |
Paolo Buonvino |
MONTAGGIO |
Massimo Quaglia |
INTERPRETI |
Donald Sutherland, Giancarlo Giannini, Stefania Rocca, F. Murray Abraham |
PRODUZIONE |
Martinelli Film Company Int./Istituto Luce/Spice Blue Star Ltd./box! Film |
DURATA |
129’ |
ORIGINE |
Italia-Gran Bretagna-Germania, 2002 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Momenti di un secolo italiano Novecento/Cinema e Storia |
TRAMA
Un giudice in pensione riceve da un ex-brigatista rosso materiale scottante su sequestro e uccisione dell’onorevole Aldo Moro avvenuta nel 1978. Coadiuvato da alcuni suoi collaboratori inizia a indagare seguendo le tracce che via via gli sono fornite dal suo misterioso informatore fino ad accostarsi a clamorose verità.
Martinelli sceglie la strada
del giallo
thriller per filtrare la sua verità sul caso Moro, non
rinunciando ad alcuno dei luoghi tipici del genere (ripetuti assassini,
atmosfere misteriose e minacciose, inseguimenti, ecc..) ed optando per un
linguaggio aggressivo e incalzante (montaggio
a strappi improvvisi, musica sparata,
inquadrature oblique e
deformanti, effetti digitali) coniugato con la tradizione del film-inchiesta
politico (filmati
originali, ricostruzioni documentaristiche in bianconero). Ne esce una
mescolanza eterogenea e composita, che tende a sfuggire un po’ di mano al
regista, privo
della capacità di riportare il procedere della narrazione ad un filo conduttore
unitario (le esigenze della spettacolarizzazione dilatano la parte più
banalmente commerciale).
Anche la tesi che sorregge il film finisce per essere urlata con eccessiva
irruenza più che esposta con lineare progressione, più alla ricerca della
clamorosa ed effettistica rivelazione che della lucida e precisa ricostruzione.
Si ha un effetto di affastellamento congestionante di dati e
informazioni che non aiuta lo spettatore ad orientarsi. Si ha la sensazione
che il regista assuma come modello il cinema politico alla
Oliver Stone (pensiamo in
particolare ad un film come JFK)
senza averne la medesima forza e incisività.
Storia A) Gli anni Settanta e la politica di unità nazionale
B) Il terrorismo in Italia e la strategia della tensione
C) La figura di Aldo Moro
D) Il libro “La tela del ragno” di Sergio Flamigni