L'Arancia meccanica

TITOLO ORIGINALE A Clockwork Orange
REGIA Stanley Kubrick
SOGGETTO Dal romanzo omonimo di Anthony Burgess
SCENEGGIATURA Stanley Kubrick
FOTOGRAFIA John Alcott (colori)
MONTAGGIO Bill Butler
MUSICA Walter Carlos
INTERPRETI Malcom McDowell
PRODUZIONE Warner Bros/Hawk Films/Polaris Productions
DURATA 137'
ORIGINE Gran Bretagna, 1971
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Classe quinta
PERCORSI

Gioventù violenta

Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Alex è il leader di una banda giovanile dedita alla violenza e allo stupro. Durante una delle tante imprese del gruppo Alex uccide una donna e, tradito dai compagni che mal sopportano la sua preminenza, finisce in galera. Qui accetta di sottoporsi ad una strana cura promossa dal governo, consistente nel subire per ore immagini di brutale violenza con il risultato di diventare innocuo e docile preda delle prepotenze altrui. Disperato tenta il suicidio e il suo diventa un caso politico nazionale. Il nuovo ministro degli interni impone un'inchiesta e ordina che Alex sia curato affinché torni come prima: in futuro userà la violenza al servizio del potere.

 

TRACCIA TEMATICA

Alex e i suoi Drughi esprimono una vitalità incontenibile e primordiale, che si manifesta in violenza, soprattutto verso le donne e i più deboli. La loro aggressività appartiene ad una fase primitiva dello sviluppo umano, anteriore all'avvento della civiltà, ma che questa non ha eliminato, ha solo organizzato e controllato per utilizzarla a fini di dominio sociale (le guerre, come atti di violenza legalizzata, ne sono la più evidente dimostrazione).

Gli energumeni protagonisti altro non sarebbero che dei dilettanti rispetto alla violenza degli Stati e del Potere, al cui servizio trovano alla fine la più adeguata collocazione.

Il regista svolge un'amara e pessimistica riflessione sul preteso progresso di un'umanità che lungi dall'aver compiuto un'autentica evoluzione culturale e morale è ancora bloccata al livello di barbarie. Le vicende di cui siamo testimoni non sono riferibili a un momento individuabile dello sviluppo storico perché per Kubrick esiste una sostanziale staticità storica: la Storia non è ancora iniziata, siamo ancora in piena Preistoria.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film è ambientato in un futuro vicino, ma che resta indeterminato: scenografie e costumi tendono a destituirlo di concretezza e riferibilità, tanto da immergerlo in un'atmosfera surreale, che, se toglie spessore storico, incentiva la dimensione universale e atemporale. Il talento visionario di Kubrick si addice a quest'operazione di decontestualizzazione assegnando alle immagini una tonalità allucinatoria ed onirica, che finisce per coinvolgere anche la verità documentaristica con cui viene bombardato Alex durante la cura Ludovico. Lo stesso uso del rallentatore e dell'accelerazione delle sequenze orienta in direzione antirealista.

Di straordinaria provocatorietà il lavoro svolto sulla colonna sonora: l'uso di celebri brani di musica classica (si pensi alla nona sinfonia di Beethoven) e di accattivanti e dolciastre canzonette da musical (Singing in the rain) all'insegna dell'ottimismo hollywoodiano entra in sarcastica e contraddittoria collisione con le esplosioni di ultraviolenza esibite dal film.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Educazione musicale   I brani di Beethoven, Rossini, ecc..

Lingua inglese  Confronto tra il romanzo omonimo di Burgess e il film.