Rusty il selvaggio

TITOLO ORIGINALE Rumble Fish
REGIA Francis Ford Coppola
SOGGETTO Basato sulla novella di Susan E. Hinton
SCENEGGIATURA Susan E. Hinton, Francis Ford Coppola
FOTOGRAFIA Stephen H. Burum (bianconero)
MUSICA Stewart Copeland
INTERPRETI Matt Dillon, Mickey Rourke, Dennis Hopper
PRODUZIONE Fred Roos, Dog Claybourne per Zatrope Studios
DURATA 91'
ORIGINE USA, 1983
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Gioventù violenta

Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Il sedicenne Rusty James è il capo di una piccola banda giovanile, vive con il padre alcolizzato in un appartamento fatiscente e nel mito del fratello maggiore, che gira per la California con una moto. E' proprio lui che, appena tornato a casa, salva Rusty da una rissa. I due fratelli prendono a vagabondare insieme, ma il maggiore dei due è sempre più inquieto e alla fine viene ucciso da un poliziotto mentre cerca di liberare degli animali da un negozio.

 

TRACCIA TEMATICA

La trasparente metafora su cui si regge il film fa riferimento ai pesci dell'acquario, unica macchia di colore della pellicola: la loro reclusione nella vasca li rende aggressivi sino all'autodistruzione (quando vedono la loro immagine riflessa nello specchio) come il giovane Rusty e i suoi compagni, imprigionati nell'acquario del quartiere e condannati ad un'esistenza sbandata e violenta. Così come i pesci, ritornando nel fiume, smettono di combattere, solo il rifiuto della loro condizione può affrancare questi giovani. L'oceano che Rusty raggiunge nel finale è il simbolo di una libertà da conquistare, di una maturità oltre la fase adolescenziale di un ribellismo sterile e del mito della violenza e della banda.

Il fratello con la moto è l'incarnazione della coscienza autocritica di Rusty, una specie di alter-ego, più maturo e consapevole, che lo spinge ad evitare l'approdo paterno dell'alcolismo e gli indica una possibile via di fuga. Solo diventando il fratello, prendendone il posto, Rusty può superare il complesso d'inferiorità nei suoi confronti e capire il senso del suo sacrificio per lui.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Coppola opta per una cifra stilistica personale ed originale. L'uso di un bianconero di gusto espressionistico, di inquadrature sghembe e anomale, di lunghi movimenti di macchina e di accelerazioni di nuvole che scandiscono il passare del tempo fra una sequenza e l'altra orienta decisamente in direzione visionaria e barocca il film, immergendolo in una dimensione onirico-allucinatoria (esplicitata per altro dal sogno di Rusty), che ben si addice ad una vicenda giocata, più che sul piano di un rispecchiamento di una realtà giovanile con precise connotazioni sociologiche, sulla ricerca di simbologie psicanalitiche e invenzioni visive e poetiche (su tutte i pesci colorati sullo sfondo di un cupo e opprimente bianconero). Al regista, insomma, non importa tanto parlare dei giovani e dei loro problemi (per quanto qualcosa dell'universo giovanile sia pur sempre presente), quanto costruire una specie di fiaba moderna (la moto in fondo è un oggetto magico che il fratello-principe dona a Rusty perché fugga da quel luogo stregato che è il quartiere) sospesa in un'atmosfera irreale e densa di memorie cinematografiche (il padre interpretato dal Dennis Hopper di Easy Rider richiama ad un'altra moto ed un'altra fuga, la facciata della scuola e l'uccisione finale ricordano Gioventù bruciata il film-mito di una generazione di giovani e dello stesso Coppola, il bianconero oppressivo ricorda la tradizione figurativa del noir).