Herzog Werner

Germania (1942)

Inizia a fare Cinema giovanissimo, creandosi una propria casa di produzione. Il suo primo film è Segni di vita (1967), ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale in un’isola greca: ha come protagonista un soldato tedesco che impazzisce e intraprende una rivolta contro la natura. Questo tema del confronto-scontro uomo-natura in un contesto impervio e disabitato diventerà centrale nella filmografia di Herzog, pur esplorato in epoche storiche e tempi e modalità di svolgimento diverse. Nel 1972 dirige il film che lo rende famoso, Aguirre, furore di Dio, storia un conquistatore spagnolo, cinico e crudele, che insegue con spietata determinazione il proprio sogno di potenza sfidando l’impervia e ostile natura della foresta equatoriale. Con i successivi Cuore di vetro (1976) e La ballata di Stroszek (1977) continua la sua esplorazione di situazioni umane anomale in contesti socioambientali estremi. Nel 1978 è la volta di Nosferatu, principe della notte, rilettura del classico horror dell’espressionismo tedesco di sessant’anni prima, dove il ruolo del vampiro transilvanico è affidato a Klaus Kinski, suo vero e proprio attore-feticcio, protagonista di molti suoi film e suo amico nella vita. Fitzcarraldo (1982), riporta il regista nell’ambiente amazzonico a contatto con condizioni climatiche disumane che rendono problematica la lavorazione del film. Nel 1991 realizza quello che è la sua ultima opera di un certo rilievo, Grido di pietra, la storia di una sfida fra due scalatori per conquistare una vetta della Patagonia. Herzog è stato uno dei rappresentanti più significativi del Nuovo Cinema Tedesco degli anni Settanta. Regista quasi unico per la sua eccentricità e per il gusto della sfida estrema, ha spesso ricreato sul set cinematografico le stesse condizioni di disagio e sofferenza in cui erano immersi i protagonisti dei suoi film, operando così uno straordinario avvicinamento tra storia raccontata e condizioni reali delle riprese. La tensione principale del suo Cinema è sempre stata diretta alla creazione di immagini magnetiche e perturbanti (fondamentale nei suoi film anche il ruolo della musica, spesso classica e medioevale), che per ciò che mostrano (luoghi insoliti ed inesplorati) e per come lo mostrano (a volte in situazioni di rischio fisico) risultano totalmente inedite, con in più un valore aggiunto di dimensione visionaria e allucinatoria che costituisce l’impronta più autentica del suo inconfondibile stile.

 

Segni di vita 1967

Fata Morgana 1970

Anche i nani hanno cominciato da piccoli 1970

Aguirre, furore di Dio 1972

L’enigma di Kaspar Hauser1975

Cuore di vetro 1976

La ballata di Stroszek 1977

Fitzcarraldo 1982

Dove osano le formiche verdi 1985

Wodaabe, i pastori del Sole 1988

Cobra verde 1990

Grido di pietra 1991

Invincible 2001

Il diamante bianco 2004

L'ignoto spazio profondo 2005