Vidor King

Stati Uniti (1894-1982)

Impara da solo come autodidatta ad usare la macchina da presa ed inizia a lavorare nel mondo del Cinema negli anni Dieci come produttore di un altissimo numero di brevi documentari d’attualità. Negli anni Venti dirige numerosi film a soggetto di non eccelso valore fino a La grande parata (1925), il suo primo grande capolavoro. Si tratta di un’opera ricca e complessa, ambientata in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, nella quale tensione epica e spirito pacifista si mescolano con un ingenuo patriottismo ed un patetico sentimentalismo. Nel 1928 dirige La folla, uno dei maggiori film dell’epoca del muto, una riflessione insieme drammatica e poetica sulla condizione umana nella società di massa che condanna l’individuo all’anonimato. Alleluja (1929) è il suo primo film sonoro ed è passato alla storia come la prima pellicola interpretata unicamente da neri (per altro tutti attori non professionisti). Girato interamente in esterni nelle piantagioni di cotone del sud, in esso vi si rivendica la piena dignità degli uomini di colore, attraverso una vicenda di forte tensione drammatica, secondo la più autentica ispirazione del regista. Negli anni Trenta Vidor è ormai uno dei più grandi cineasti hollywoodiani e l’industria cinematografica gli affida la direzione di parecchi film. Non tutti sono di alto livello, anche se sempre dignitosi. Fra essi spicca Nostro pane quotidiano (1934), che parla della tragedia della disoccupazione seguita alla grande crisi del 1929, mettendo al centro l’uomo della strada, colui che deve affrontare quotidianamente la fatica dell’esistenza. Nel 1947 dirige un kolossal in piena regola (grandi attori, grandi mezzi, uso del colore, lunga durata, ecc..), Duello al sole, un melodramma western a tinte forse un po’ troppo forti. Nel 1956 Hollywood gli affida un’altra sontuosa superproduzione, Guerra e pace, dove le esigenze spettacolari e romanzesche prevalgono su tutto il resto. Regista di un certo schematismo ideologico e morale (non è certo la dimensione etica e valoriale la parte migliora dei suoi film), Vidor si è espresso al meglio sul piano della tensione narrativa in senso drammatico e come innovatore e sperimentatore sul piano del linguaggio cinematografico all’epoca del muto, quando il Cinema era ancora alla ricerca di una sua identità formale e stilistica. In questo senso Vidor può essere annoverato come uno dei maggiori pionieri della storia del Cinema, cui ha regalato grandi capolavori prima che il conformismo dell’industria hollywoodiana ne imprigionasse la geniale creatività.

 

La grande parata 1925

La bohème 1926

Maschere di celluloide 1928

La folla 1928

Alleluia 1929

Il campione 1931

Nostro pane quotidiano 1934

Notte di nozze 1935

I cavalieri del Texas 1936

Amore sublime 1937

La cittadella 1938

Passaggio a Nord-Ovest 1940

Duello al sole 1946

La fonte meravigliosa 1949

Ruby, fiore selvaggio 1952

Guerra e pace 1956

Salomone e la regina di Saba 1959