Joe Hill
TITOLO ORIGINALE Idem

REGIA

Bo Widerberg

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Bo Widerberg

FOTOGRAFIA

Peter Davidsson (colori)

MUSICA

Stephan Grossman

MONTAGGIO

Bo Widerberg

INTERPRETI

Thommy Bergren, Anja Schmidt, Kelvin Malave, Evert Anderson

PRODUZIONE

Bo Widerberg-Sagittarius Productions Inc.

DURATA

110’

ORIGINE

Svezia, 1970

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE Triennio

PERCORSI

Catena di montaggio/Classe operaia

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

 1902. Joe Hillstrom sbarca negli StatiUniti proveniente dalla Svezia. Vive in uno squallido appartamento di un quartiere proletario di New York, dove frequenta un piccolo ladruncolo e Lucia, una giovane ragazza amante come lui dell’opera lirica. Successivamente parte alla ricerca del fratello, partito per l’America qualche anno prima di lui.Viaggia come clandestino sui treni merci in compagnia di un vagabondo, finchè nel 1906 si ferma in California nella fattoria di Cathy, con cui convive per un po’. Nel 1909 a San Diego entra nel sindacato e partecipa alle lotte degli operai della città, finendo più volte in prigione. Nel 1919 a Salt Lake City incontra di nuovo Lucia, ormai diventata una ricca signora. Coinvolto in un omicidio che non ha commesso, Joe Hill non può utilizzare come abili il fatto che stava con lei al momento dell’assassinio per non coinvolgerla in uno scandalo. Nemmeno l’appello del presidente degli USA Wilson riuscirà a salvarlo dalla condanna a morte.

 

TRACCIA TEMATICA

 Il film rievoca un personaggio realmente esistito: l’emigrante svedese Joel Emmanuel Hagglund, diventato sindacalista negli Stati Uniti con il nome di Joe Hillstrom.

Nella figura di Joe Hill sembrano unirsi lo slancio inesausto verso nuove terre e nuove esperienze (che costituisce una delle caratteristiche principali degli immigrati nel Nuovo Continente) e l’ansia di giustizia sociale che si diffonde fra le masse diseredate all’inizio del Novecento.

Joe Hill costituisce anche un viaggio nelle condizioni di povertà e sfruttamento in cui versavano larghi strati di popolazione negli Stati Uniti di quegli anni: dai fatiscenti quartieri proletari di New York al duro lavoro semischiavista dei manovali delle ferrovie, dalla massa di disoccupati itineranti da uno Stato all’altro ai soprusi patiti dai minatori. Il mito dell’America come patria della libertà e della democrazia, ospitale con gli immigrati e in grado di offrire a tutti un avvenire di benessere, viene messo a dura prova dal quadro che il film delinea: mancanza di diritti sindacali, squadre di picchiatori padronali che intimidiscono i lavoratori, processi truccati per colpire gli avversari dei privilegi di classe.

Il film di Widerberg, inoltre, intende sottolineare la profonda umanità del personaggio Joe Hill, che riversa nella lotta sindacale il proprio ottimistico entusiasmo e la propria creatività poetica (pensiamo alle sue canzoni e ai suoi versi). Particolarmente significativo a questo riguardo il finale, dove la tristezza della situazione viene superata dal rinnovarsi dello slancio vitale che tanto caratterizzò in vita Joe Hill (i suoi seguaci interrompono il mesto lavoro che stanno facendo per andare a ballare) e dall’auspicio che le ceneri del protagonista saranno di lievito agli ideali di giustizia. 

 

VALUTAZIONE CRITICA

 Bo Widerberg aderisce agli stilemi della New Hollywood anni Settanta: il road-movie che attraversa gli Stati Uniti penetrando in paesaggi naturali ed umani i più vari, la musica e le canzoni che danno alla storia un andamento da ballata popolare, il venir meno di una struttura narrativa classica ad intreccio a favore di un’ accumulazione di episodi piuttosto slegati tra di loro, il realismo degli sfondi e dei dialoghi, la predilezione per personaggi marginali ed anticonformisti, il disvelamento della violenza brutale del potere su cui si regge la società americana.

Di suo il regista svedese aggiunge una particolare raffinatezza figurativa (di grande valore la fotografia, che sa rendere con grande efficacia la bellezza della natura) e una cura attenta alla ricostruzione ambientale di inizio secolo (pensiamo soltanto agli squallidi interni ed esterni della New York proletaria della prima parte del film).

Ma la qualità maggiore di Joe Hill va ricercata nella capacità di far vibrare all’interno della pellicola corde assai diverse fra di loro: dalla commedia al limite del comico (pensiamo all’inseguimento del furfantello da parte di un’attempata signora per le vie di New York, che sembra ricordare le comiche finali del Cinema muto in voga proprio negli anni in cui il film è ambientato, ed al modo con cui il protagonista si introduce nelle cucine del ristorante di lusso) al romanticismo tenero e sentimentale (Joe e Lucia che ascoltano l’opera fuori dal teatro e l’amore che sboccia fra loro), dal drammatico (la fucilazione, che porta all’estremo la capacità di sopportazione dello spettatore) al lirico (il testamento finale di Joe Hill sulle immagini delle sue ceneri). Una pluralità e variabilità di tonalità e situazioni che sembra riprodurre la mutabilità e ricchezza  di quella vita che tanto Joe Hill amava.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Storia             A) L’immigrazione negli Stati Uniti all’inizio del secolo

 B)     Lotte sindacali e movimento operaio negli Stati Uniti all’inizio del secolo

 C)    La figura di Joe Hill