Ferrara Giuseppe
Italia (1932)
Il suo primo film è Il sasso in bocca (1970), un documentario-inchiesta con numerose sequenze di ricostruzione recitate, nel quale si illustra il fenomeno mafioso e se ne denunciano le connivenze politiche che permettono ad esso di prosperare. Pur nei suoi limiti, il film nell’indubbia efficacia e immediatezza rivela un regista in grado di confrontarsi con grinta e coraggio con i grandi temi civili. Ancora sulla mafia è Cento giorni a Palermo (1984), una rievocazione dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, film che sottolinea la capacità di Ferrara di agganciarsi con tempestività alle vicende di bruciante attualità. Sulla stessa linea si colloca Il caso Moro (1986), che conferma la scelta ormai definitiva del regista di abbandonare lo stile documentarista per affidare le proprie ricostruzioni esclusivamente ad attori professionisti, alcuni dei quali di grande fama. Con Giovanni Falcone (1993) Ferrara arriva addirittura a girare il film sul magistrato siciliano a meno di un anno dal suo assassinio, stabilendo probabilmente un record di tempestività nella storia del Cinema di impegno civile. Se gli esiti estetici dei suoi film non sono mai eccelsi, troppa è la preoccupazione espositiva e didattica perché il regista si possa concentrare anche sulla dimensione stilistico-linguistica delle sue pellicole, va riconosciuta a Ferrara coerenza e continuità nel perseguire negli anni un’idea di Cinema che trae alimento esclusivo dai fatti di maggior urgenza politica e sociale per assolvere il dovere civile di dare all’opinione pubblica adeguati strumenti di informazione e conoscenza.
Il sasso in bocca 1970
Faccia di spia 1975
P2 Story. I misteri d’Italia: la vera storia della P2 1986
Il caso Moro 1986
Gioacchino Rossini 1988
Il caso Nicaragua 1989
Narcos 1992
Giovanni Falcone 1993
Segreto di stato 1995
I banchieri di Dio 2002