Il conformista

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Bernardo Bertolucci

SOGGETTO

Dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia

SCENEGGIATURA

Bernardo Bertolucci

FOTOGRAFIA

Vittorio Storaro (colore)

MUSICA

Georges Delerue

MONTAGGIO

Franco Arcalli

INTERPRETI

Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Enzo Tarascio, Pierre Clementi, Gastone Moschin

PRODUZIONE

Maris Film/Maran Film

DURATA

116'

ORIGINE

Italia/Germania, 1970

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Fascismo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Italia, anni Trenta. Il professor Marcello Clerici è un membro dell'OVRA, la polizia segreta fascista, e in questa veste viene incaricato di assassinare il professor Quadri, esule antifascista a Parigi e suo maestro all'università. Con il pretesto del viaggio di nozze, si reca nella capitale francese con la moglie Giulia e qui si incontra con Quadri conquistandone la fiducia. L'assassinio è eseguito durante una vacanza sulle Alpi della coppia di fuoriusciti dal sicario fascista Manganiello sotto gli occhi di Clerici e della moglie. Il 25 luglio 1943 tra la folla che esulta per la caduta del fascismo Marcello incontra l'autista che pensava di aver ucciso quand'era bambino perché aveva tentato di abusare di lui.

 

TRACCIA TEMATICA

La figura di Marcello Clerici assume precise connotazioni simboliche, collegate ad un'interpretazione in chiave psicopatologica del fascismo. Questo personaggio intravede nell'adesione al fascismo la possibilità di coprire la propria latente anormalità (un'inconfessata pulsione omosessuale sfociata in un delitto, con cui ha cercato di eliminare nella persona del suo seduttore la sua vergognosa inclinazione) e pensa di riscattare il suo colpevole passato con un delitto ufficiale e legalizzato (espressione di virile e maschia determinazione in contrapposizione all'incerta identità sessuale che sembra emergere da quel lontano episodio della sua infanzia). Il fascismo, come ideologia incentrata sul culto dell'ordine e sull'avversione nei confronti di tutto ciò che turba la ristretta mentalità reazionaria e benpensante di una piccola borghesia mediocre (rappresentata da Giulia e dalla sua famiglia) offre a Marcello un rassicurante approdo conformista con cui rimuovere un passato scomodo e vergognoso (così come il fascismo stesso ha cancellato le proprie origini rivoluzionarie, rappresentate dal padre di Marcello, picchiatore della prima ora rinchiuso in manicomio, proclamandosi custode dell'ordine sociale costituito). Su un piano più generale, una delle ragioni del consenso goduto dal fascismo da parte di larghe masse andrebbe individuata nella possibilità offerta dal regime di cancellare in un'acritica identificazione collettiva nei valori della tradizione e del conservatorismo frustrazioni, complessi e angosce poco confessabili.

E' significativo che alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, Marcello riveda l'autista che pensava di aver ucciso: i fantasmi dell'inconscio, malamente accantonati, riemergono con tutta la loro inquietante carica destabilizzante.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Bertolucci opta per una cifra stilistica apertamente antirealistica, sia sul piano dell'ambientazione (molte scenografie risultano astratte e improbabili nella loro organizzazione spaziale geometrica e l'illuminazione è fortemente orientata in senso espressionista), sia sul piano narrativo (la verosimiglianza della vicenda è contraddetta dalle surreali apparizioni di Anna e dell'autista) e questo perché al regista non interessa tanto la ricostruzione di un periodo storico, quanto l'analisi di un percorso psicologico condotto privilegiando la dimensione metaforica e psicanalitica.

E' partendo da quest'ultima constatazione che si comprende il registro onirico che caratterizza buona parte del film (e che è apertamente accentuata dalla struttura cronologica frammentata e dispersa in continue retrospezioni e anticipazioni) e alcune felici soluzioni espressive e narrative pregnanti di significato. Pensiamo alla sequenza d'apertura nella camera d'albergo parigina, dove i mutamenti di colore che investono la persona di Marcello alludono alla pluralità di personalità che convivono in lui, allo stesso modo del suo volto sdoppiato nel riflesso del vetro nello studio radiofonico, all'ostentata spavalderia con cui brandisce una rivoltella che si carica di connotazioni falliche (i dubbi relativi alla sua virilità), alla sua citazione di versi dannunziani per affermare la (conformistica) ammirazione nei confronti del poeta vate del regime, al riaffiorare dal suo passato di elementi che contraddicono il suo bisogno di normalità (i genitori mentalmente instabili, la lettera anonima che lo accusa di una malattia ripugnante).

Il conformista è un film complesso e articolato, estremamente stimolante, di non facile lettura, ricco di suggestioni culturali e di rimandi cinematografici, che ha anche il merito di aver proposto una tematica e un periodo storico in quegli anni trattati con modalità rigorosamente realiste con tonalità e registri assolutamente nuovi e originali.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) Il regime fascista

B) L'OVRA

C) Il fuoriuscitismo antifascista

D) Il 25 luglio 1943

Letteratura italiana         Confronto fra il romanzo di Moravia e il film