Il nemico alle porte

TITOLO ORIGINALE

Enemy at the Gates

REGIA

Jean-Jacques Annaud

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Jean-Jacques Annaud, Alain Godard

FOTOGRAFIA

Robert Fraisse (colori)

MUSICA

James Horner

MONTAGGIO

Noelle Boisson

INTERPRETI

Jude Law, Joseph Fiennes, Bob Hoskins, Ed Harris

PRODUZIONE

Jean-Jacques Annaud, John D. Schofield per KC Medien Ag/MP Film Management/Paramount Pictures/Mandalay Pictures/Little Bird Ltd./Swandorf Films/Dos/reperage

DURATA

133’

ORIGINE

Germania-USA-Gran Bretagna-Irlanda, 2001

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio
PERCORSI

Seconda Guerra Mondiale

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Battaglia di Stalingrado, inverno 1942. Il commissario politico sovietico Danilov scopre il grande talento di tiratore del soldato semplice Vassili Zaitsev e lo trasforma in un eroe, rendendolo famoso in tutta l’Unione Sovietica ed indicandolo ad esempio per incitare alla lotta in un momento decisivo per i destini della nazione. I tedeschi cercano di contrapporre a Vassili il maggiore Konig, infallibile tiratore della Wermacht, con il compito di stanare il giovane soldato russo ed eliminarlo, minando così il morale dei difensori di Stalingrado. Intanto Danilov e Vassili si sono innamorati della stessa donna, la soldatessa Tania. Quest’ultima sceglie il tiratore eroe e Danilov ne rimane profondamente deluso, tanto da meditare l’idea di screditare Danilov attraverso l’organo di propaganda che dirige. Successivamente pentitosi, il commissario politico aiuta Vassili a stanare Konig nel duello finale.

 

TRACCIA TEMATICA

La battaglia di Stalingrado è stata uno scontro decisivo della Seconda Guerra Mondiale, segnando la prima grande sconfitta tedesca nel conflitto e l’inizio della fine per il Terzo Reich. Nell’immaginario collettivo essa ha assunto connotazioni di epica grandiosità. Nel film di Annaud, tuttavia, essa rimane sullo sfondo (se si esclude l’assalto iniziale dei sovietici contro gli avamposti tedeschi), offrendo la pellicola di questo grande evento storico soltanto il desolato scenario di distruzioni in cui si svolge la sfida all’ultimo sangue tra i tiratori scelti dei due eserciti. C’è poca Storia, quindi, in Il nemico alle porte (la vicenda di Vassili Zaitsev è però reale e la sua figura è ancor oggi onorata come eroe di guerra) e tanta suspence e tensione, unitamente ad una trama in cui si intrecciano i temi più classici del romanzesco tradizionale: amore, amicizia, rivalità, tradimento, sacrificio, ecc.. con tanto di consolatorio lieto fine.

Seppur collocato in posizione secondaria emerge anche un preciso intento polemico nei confronti del regime sovietico, indirizzato in particolare nei confronti del disumano cinismo con cui venivano avviati al massacro i soldati dell’Armata Rossa (non tutti armati e con i loro commilitoni che li uccidevano in caso di ritirata) e del grottesco culto della personalità rivolto verso Stalin.

 

VALUTAZIONE CRITICA

La principale preoccupazione del film sembra essere quella di garantire una forte dimensione spettacolare attraverso l’avvincente scontro fra i due tiratori campioni dei rispettivi eserciti, senza trascurare di inserire scene di massa sufficientemente grandiose e drammatiche (anche se il riferimento a Salvate il soldato Ryan dell’iniziale sbarco al porto di Stalingrado è forse troppo scoperto). Le peculiarità del genere bellico e storico ne escono così attenuate, puntando la pellicola più sui canoni del thriller, dello spionistico (pensiamo alla diramazione narrativa che vede come protagonista il ragazzino Sasha) e addirittura del western (pensiamo al duello finale tra i due cecchini).

Il film appare così segnato da una certa discontinuità, per cui a momenti piuttosto irrisolti e ripetitivi, se non apertamente noiosi o ridicoli (fra quest’ultimo possiamo inserire anche il melodrammatico sacrificio di Danilov a favore dell’amico Vassili), succedono sequenze di indubbia incisività e coinvolgimento (su tutte il confronto fra il russo e il tedesco nella fabbrica distrutta, con il primo rimasto senza fucile sotto il fuoco del secondo). Resta, tuttavia, la sensazione che la sceneggiatura abbia dilatato oltre misura la vicenda, inserendovi troppi personaggi e troppe situazioni, rendendo così difficile alla regia ricondurre ad un centro unificatore la strabordante materia narrativa. Notevole, invece, l’effetto scenografico creato dalla Stalingrado devastata, proposta come una specie di inferno labirintico e claustrofobico (pensiamo ai sotterranei stretti e soffocanti dove abitano i civili e i soldati).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia              A) La Seconda Guerra Mondiale

                        B) La battaglia di Stalingrado

                        C) Lo stalinismo in Unione Sovietica