Wyler William

Germania (1902-1981)

Nasce nell’Alsazia tedesca da famiglia ebrea e studia economia e commercio a Losanna e violino al conservatorio di Parigi. Si reca in America attirato dallo zio Carl Laemmle, il fondatore della grande casa di produzione Universal, e da lui viene introdotto nel mondo del cinema hollywoodiano. Inizia la sua attività registica negli anni Venti, dirigendo una trentina di brevi western che gli permettono di svolgere un utile apprendistato. La sua vera passione, tuttavia, non sono i film d’azione e avventura, bensì i drammi psicologici in ambiente ristretti e le messinscene di stampo teatrale. Grazie all’uso degli obiettivi a profondità di campo, messe a punto negli anni Trenta dal grande cineoperatore Gregg Toland, Wyler riesce a dare il massimo di significato alla singola immagine, riuscendo al suo interno a mantenere a fuoco più personaggi e quindi a diminuire l’importanza del montaggio a favore della costruzione interna all’inquadratura. Questa impostazione stilistica tende ad accrescere il ruolo dello spettatore chiamato spesso ad orientarsi dentro un’inquadratura ricca di personaggi e piani diversi di visione, tanto da aver indotto qualche critico a parlare, a proposito di Wyler, di Cinema democratico di contro all’autoritarismo del linguaggio classico dove è il regista a selezionare arbitrariamente ciò che si deve mostrare. Dal punto di vista contenutistico, pur nella varietà degli argomenti (spesso di origine letteraria), Wyler si accosta, spesso, a tematiche di natura civile e sociale, come in La calunnia (1936), atto d’accusa contro l’intolleranza, Strada sbarrata (1937), denuncia della radice sociale della devianza criminale, I migliori anni della nostra vita (1946), sofferta descrizione delle traversie cui vanno incontro molti reduci dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel periodo postbellico lotta contro il maccartismo, segnalandosi per la propria fede progressista in un periodo in cui non era certo facile ed esente da rischi. Negli anni successivi Wyler si cimenta con pellicole assai diverse per genere ed ispirazione, dalla commedia brillante, come Vacanze romane (1953), al kolossal storico di enfatica grandiosità come Ben-Hur (1959), allontanandosi sempre più da quel rigore espressivo e da quella estrema raffinatezza figurativa che l’aveva fatto tanto amare dalla critica europea.

 

La calunnia 1936

Infedeltà 1936

Ambizione 1936

Strada sbarrata 1937

Cime tempestose 1939

Ombre malesi 1940

L’uomo del west 1940

Piccole volpe 1941

La signora Miniver 1942

I migliori anni della nostra vita 1946

L’ereditiera 1949

Pietà per i giusti 1951

Gli occhi che non sorrisero 1952

Vacanze romane 1953

Ore disperate 1955

La legge del signore 1956

Il grande paese 1958

Ben-Hur 1959

Quelle due 1961

Il collezionista 1965

Come rubare un milione di dollari e vivere felici 1966

Funny Girl 1968